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Enantiodromia Transitoria di Saudade

Felicità, mutevoli avventure, compromessi morali. Marco si trova a Sao Paulo, e soffre di amnesia. Chi è Marco?

Sono felice. Mi sono appena svegliato, in un lussuosissimo albergo di Sao Paolo. Al mio fianco dorme una splendida fanciulla di cui non ricordo il nome. A pensarci, non ricordo proprio nulla. Neppure il motivo di questa gioia...

Il sorriso che avevo inconsciamente indossato si appiattisce mentre sbircio oltre l'orlo delle lenzuola; la seta mi accarezza le labbra, liscia come il corpo della morena che nel sonno si sta flettendo accanto a me... corpo di cui non condivido il profumo di vaniglia.
Sposto una mano sul suo fianco, e la sento trasalire per una frazione di secondo. Adesso ne sono certo: abbiamo condiviso soltanto il giaciglio... il che è piuttosto strano, e mi fa venir voglia di alzarmi e schiarirmi le idee.
Mi sposto in punta di piedi verso il bagno senza sapere il perché di questa inconscia cautela, illuminato dai raggi dipinti di pulviscolo che giungono dalla finestra; è sollievo ad accarezzarmi le terminazioni nervose quando colgo la familiarità del mio stesso volto nello specchio.
“Mi chiamo Marco,” sussurro in italiano, senza riuscire a ricordare il mio cognome.
Cosa significa questa pantomima? Mi trovo in un albergo da milionari insieme a una specie di modella, e sono preda di un'illogica amnesia.
D'un tratto, uno schianto dalla camera da letto.
Mi affretto a chiudere a chiave la porta del bagno, e mi fermo, in ascolto.
Voci in un idioma che ignoro.